Direttamente dal sito della GAZZETTA DELLO SPORT questa bellissima intervista al nostro ciclocrossista Enrico Franzoi
Franzoi, il ciclismo è specializzazione, invece lei è enciclopedico. Non si sente fuori dal tempo?
"Ho 29 anni e sono fatto così. Prendere o lasciare. Strada e prati, un po’ perché mi piace tutto, un po’ perché la strada aiuta il cross, e il cross aiuta la strada. Ma non sono un corridore universale: mi manca la pista".
"Ho 29 anni e sono fatto così. Prendere o lasciare. Strada e prati, un po’ perché mi piace tutto, un po’ perché la strada aiuta il cross, e il cross aiuta la strada. Ma non sono un corridore universale: mi manca la pista".
Dov’eravamo rimasti?
"Un anno fa correvo per una squadra belga. In giugno abbiamo rescisso il contratto consensualmente. Non mi sentivo più a mio agio. C’era anche la voglia di stare più tempo qui, a Isola Vicentina, con mia moglie Elena e i nostri bambini Matteo, quattro anni, e Isaia, uno e mezzo".
"Un anno fa correvo per una squadra belga. In giugno abbiamo rescisso il contratto consensualmente. Non mi sentivo più a mio agio. C’era anche la voglia di stare più tempo qui, a Isola Vicentina, con mia moglie Elena e i nostri bambini Matteo, quattro anni, e Isaia, uno e mezzo".
Poi?
"In luglio ho firmato per la Selle Italia-Guerciotti per il cross, e per la Miche-Guerciotti per la strada. Doppia stagione, come piace a me. Nel cross l’eccellenza, con attività nazionale e internazionale. Su strada il calendario italiano".
"In luglio ho firmato per la Selle Italia-Guerciotti per il cross, e per la Miche-Guerciotti per la strada. Doppia stagione, come piace a me. Nel cross l’eccellenza, con attività nazionale e internazionale. Su strada il calendario italiano".
Ci sono stati anni in cui si parlava di lei come un uomo da classiche del Nord.
"Mi è andata male, ma non ho rimpianti. Ho dato tutto quello che avevo. Il mio sogno era la Parigi-Roubaix, che è a metà fra strada e cross. L'ho fatta cinque volte. Nel 2007 sono arrivato ottavo, un'altra volta ho forato nel momento decisivo, l'ultima non stavo bene. Il ciclismo è un’avventura: in quei due casi non sono stato fortunato, avrei potuto fare di più, ho perso l’opportunità. Ma non ho nulla da rimproverarmi".
"Mi è andata male, ma non ho rimpianti. Ho dato tutto quello che avevo. Il mio sogno era la Parigi-Roubaix, che è a metà fra strada e cross. L'ho fatta cinque volte. Nel 2007 sono arrivato ottavo, un'altra volta ho forato nel momento decisivo, l'ultima non stavo bene. Il ciclismo è un’avventura: in quei due casi non sono stato fortunato, avrei potuto fare di più, ho perso l’opportunità. Ma non ho nulla da rimproverarmi".
Adesso nel cross?
"Con i Guerciotti - Paolo il papà e Alessandro il figlio - ho trovato le condizioni ideali per tornare ad alto livello. La Guerciotti ha storia, tradizione e grandi qualità tecniche. In più c’è Vito Di Tano direttore sportivo. Mi ha dato quei consigli giusti per ritrovare il feeling smarrito nel fuoristrada e mi ha corretto qualche particolare importante nella posizione. I risultati cominciano a vedersi. L’altro giorno, in una gara internazionale in Svizzera, se non avessi forato sarei arrivato tra i primi cinque. Invece nono".
"Con i Guerciotti - Paolo il papà e Alessandro il figlio - ho trovato le condizioni ideali per tornare ad alto livello. La Guerciotti ha storia, tradizione e grandi qualità tecniche. In più c’è Vito Di Tano direttore sportivo. Mi ha dato quei consigli giusti per ritrovare il feeling smarrito nel fuoristrada e mi ha corretto qualche particolare importante nella posizione. I risultati cominciano a vedersi. L’altro giorno, in una gara internazionale in Svizzera, se non avessi forato sarei arrivato tra i primi cinque. Invece nono".
Corre due volte la settimana.
"Fra il Giro d’Italia di cross e le prove di Coppa del mondo. E fra una corsa e l’altra, devo trovare il giusto compromesso fra preparazione e recupero".
"Fra il Giro d’Italia di cross e le prove di Coppa del mondo. E fra una corsa e l’altra, devo trovare il giusto compromesso fra preparazione e recupero".
Appuntamenti?
"I campionati italiani l’8 gennaio vicino a Bolzano, il Mondiale il 29 gennaio in Belgio, e altre tre prove di Coppa del mondo. Ma ogni gara è un obiettivo sensibile, a cominciare dalla prossima, a Faè di Oderzo".
"I campionati italiani l’8 gennaio vicino a Bolzano, il Mondiale il 29 gennaio in Belgio, e altre tre prove di Coppa del mondo. Ma ogni gara è un obiettivo sensibile, a cominciare dalla prossima, a Faè di Oderzo".
Il suo avversario numero 1, in Italia, è Fontana.
"Ma lui punta all’Olimpiade di Londra nel cross country, in mountain bike".
"Ma lui punta all’Olimpiade di Londra nel cross country, in mountain bike".
Se dovesse definire il ciclocross?
"Tecnica, ritmo, forza. Una crono di un’ora in circuiti sempre più difficili: salire e scendere, ripartire da zero, cambiare ritmo, impostare curve e traiettorie veloci...".
"Tecnica, ritmo, forza. Una crono di un’ora in circuiti sempre più difficili: salire e scendere, ripartire da zero, cambiare ritmo, impostare curve e traiettorie veloci...".
E la mountain bike?
"Io faccio la marathon. Che è dalle quattro alle cinque ore di sforzo, che è sensibilità ma anche fondo, che è un ambiente vero e ruspante".
"Io faccio la marathon. Che è dalle quattro alle cinque ore di sforzo, che è sensibilità ma anche fondo, che è un ambiente vero e ruspante".
E la strada?
"La mia passione fin da quando ero un bambino".
"La mia passione fin da quando ero un bambino".
Prima di una gara?
"Se è cross, anche se mi fido dei meccanici, do una controllata generale alla bici, specialmente alla pressione delle gomme, poi mi concentro sulla partenza, che è fondamentale almeno quanto per le MotoGP. Se è strada, sono più rilassato".
"Se è cross, anche se mi fido dei meccanici, do una controllata generale alla bici, specialmente alla pressione delle gomme, poi mi concentro sulla partenza, che è fondamentale almeno quanto per le MotoGP. Se è strada, sono più rilassato".
E si dice qualcosa?
"Da cattolico, mi faccio il segno della croce. Poi, da agonista, tiro fuori tutta la cattiveria".
"Da cattolico, mi faccio il segno della croce. Poi, da agonista, tiro fuori tutta la cattiveria".
tanta stima per Franzoi !!!
RispondiEliminaConcordo!
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