martedì 22 novembre 2016

CINELLI TIPO PISTA

Questa domenica è stata un po' diversa dalle solite domeniche passate tra gare o allenamenti, grazie agli amici di CINELLI ho avuto la possibilità di testare per un pomeriggio intero la neonata CINELLI TIPO PISTA.

Pic by Silvia Galliani

Questa bici a scatto fisso è stata pensata per chi vuole sia divertirsi in città nel traffico che fare qualche capatina sul veloce legno di qualche velodromo ed è altrettanto indicata anche per chi vuole affrontare la preparazione invernale su strada arrotondando la pedalata con la trasmissione a scatto fisso utilizzandola per uscite fuori porta su strada. Infatti, presenta i fori per i freni sia sulla forcella che sul ponticello posteriore di modo che possono essere alloggiati entrambi i freni senza dover ricorrere a particolari accorgimenti per rientrare nelle norme del codice della strada.

I tubi del telaio sono ovviamente COLUMBUS in alluminio ed a differenza del conosciutissimo Vigorelli in alluminio sono di forma tonda ed a parer mio donano una spiccata eleganza al telaio mantenendone un'anima sportiva.

Come dicevo ho avuto la possibilità di pedalare un intero pomeriggio su questa bicicletta in versione standard esattamente come verrà venduta al pubblico portandola sia sui listelli del magnifico velodromo Vigorelli che in giro tra le rotaie dei tram ed i ciottoli del centro di Milano.

Pic By Antonio Colombo

Sulle paraboliche del velodromo si è rivelata una bicicletta reattiva ai cambi di direzione ed abbastanza rigida da rispondere efficacemente ad ogni accelerazione, anche con le gomme stradali di serie sono potuto salire alla balaustra e lanciarmi senza alcun problema per un giro veloce, questo è sintomo di una bici ben bilanciata, sicura e con le dovute gambe anche molto rapida.

In contesto urbano si è comportata ancor meglio, gli angoli verticali del telaio ed il rake da 35 mm della forcella la rendono agile nel traffico ma nonostante questo la geometria studiata mi ha fatto sempre pedalare in sicurezza senza mai overlappare (toccare la ruota con la scarpa) anche nelle svolte più strette o nelle inversioni (il telaio provato era una taglia M). Il telaio è rigido ma con le coperture da 25 mm le sconnessioni dell'asfalto, le rotaie dei tram ed il pavé possono essere tranquillamente affrontati senza subire fastidiose vibrazioni.

Un altro particolare che ho davvero molto apprezzato in questa bicicletta è il forcellino del carro posteriore estremamente lungo che permette di alloggiare un'infinità di rapporti senza dover smagliare e rimagliare la catena in base alle differenti esigenze. Ad esempio si può tranquillamente utilizzare un 48/18 in città per raggiungere la pista e poi girare la ruota sul pignone da 14 denti e sfogare tutti i watt disponibili senza perdite di tempo ed essendo sicuri che la nostra catena lavorerà sempre in sicurezza.

pic by Silvia Galliani

Purtroppo non ho avuto la possibilità di affrontare un percorso da criterium ma guardando le geometrie ed ascoltando le sensazioni che mi ha dato il mezzo sono sicuro che anche in una delle nostre amate gare a circuito senza freni può dare delle enormi soddisfazioni.
Anche in questo contesto il forcellino extra lungo ci viene in aiuto, spesso mi capita di raggiungere il percorso di gara in bicicletta ed affrontare il traffico con un 48-49/14 non è esattamente comodo, con la tipo pista invece come descritto sopra basta avere una ruota flip flop oppure una semplice chiave a frusta per essere pronti ad ogni situazione senza dover accorciare o allungare la catena.

Tirando le somme mi è sembrata un'ottima bicicletta polivalente adatta a chi non vuole una bici estremamente specifica ma che si diverte a pedalare in ogni situazione, personalmente trovo che la livrea e la forma dei tubi le donino stile e raffinatezza dandole quel giusto appeal anche per quegli utenti che non pensano solo alla prestazione sportiva.

Pic by Silvia Galliani

La bici completa verrà venduta al pubblico ad un prezzo davvero super competitivo (basta fare un giro su google per conoscerlo) e questo fa passare sopra all'unico difetto che ho potuto vedere, le saldature ben fatte ma non limate, ad alcuni come me non importa nulla di questo particolare (se devo essere sincero a me vedere quelle ondine di metallo piace) ad altri può non piacere ma credo che per un neofita ma anche un ciclista amatore che vuole avvicinarsi al velodromo, alle gare in pista, alle crit o semplicemente all'utilizzo urbano di una bicicletta a scatto fisso questa è la bici perfetta.

Grazie ancora ai ragazzi di CINELLI che sono stati gentilissimi e mi hanno dato la possibilità di provare la loro nuovissima TIPO PISTA.

Alla prossima

Paolo

lunedì 14 novembre 2016

RADCROSS VIENNA

Ci sono avventure che sono più avventurose di altre. Questa è stata una di quelle...

Per risparmiare qualche euro decido di raggiungere Vienna con il treno notturno che parte da Milano, alle ore 21:10. In perfetto orario si chiudono le porte, il capotreno fischia e si parte, ma l'illusione di un viaggio facile svanisce nel giro di poco quando arriviamo a Brescia e il treno si ferma senza motivo.

Dopo circa un'ora di attesa cerco il capostazione per avere dei chiarimenti, mi dice che il locomotore è guasto e stanno attendendo l'arrivo di uno nuovo che ci porterà fino a destinazione. Mi metto l'anima in pace e finalmente dopo quasi tre ore ripartiamo.
Il viaggio in treno ha quel fascino antico che ti fa pesare un po' meno lo stare seduto per tante ore. Nel mio scompartimento c'è una famiglia iraniana che si trova in Europa per un paio di mesi per ferie miste a lavoro universitario; passiamo delle piacevoli ore insieme chiacchierando e confrontandoci sulle diverse culture.
Dopo circa 16H dalla partenza finalmente si entra in Vienna. Qui noto immediatamente l'altro punto di forza del viaggio in treno, la stazione è in pieno centro, quindi, per chi non vuole spendere troppo tra volo aereo e mezzi per raggiungere la città, questo tipo di viaggio è un'ottima alternativa.
Ad aspettarmi fuori c'è il mio caro amico Nick, da qualche tempo abita a Vienna e mi ospiterà nei prossimi giorni. Montiamo al volo la mia bicicletta, foto di rito, zaino in spalla e via verso casa sua. Giusto il tempo di una doccia, di un delizioso piatto di pasta e abbiamo già su le divise, pronti a fare un bell'allenamento sulle sponde del Danubio.

QUI TROVATE LA TRACCIA STRAVAdell'allenamento. In mezzo al Danubio c'è un parco stupendo che si estende per diversi chilometri, dove runners e ciclisti possono allenarsi in totale sicurezza. Se doveste capitare in zona con la vostra bicicletta vi consiglio davvero di fare un salto.


Finalmente è il giorno di gara, dopo un bel giro turistico per la città ci presentiamo, presto, alla fiera (wiener fahrradschau) per completare la registrazione e provare il percorso. Non è un classico ciclocross ma quello che io definirei un urban cross: curve paraboliche, rampe, ostacoli artificiali e sabbia riportata condiscono questo tracciato. Tecnicissimo.
Anche la tipologia di gara è differente dalle solite, si tratta di una competizione a staffetta e io correrò con il mio caro amico Eike, un ragazzone berlinese che definirlo un boss del ciclocross è dire poco. Siccome siamo entrambi baffuti il nostro team si chiamerà Team MOUSTACHE.

Alle 19:00 partono le qualifiche per decidere il posizionamento di partenza della finale. Siamo una trentina di coppie e tra derapate, bunnyhop e sgomitate riusciamo a qualificarci in seconda posizione. Io purtroppo foro il tubolare posteriore durante l'ultimo giro. Un po' in panico per la gara cerco di ripararlo con il liquido sigillante, purtroppo ogni tentativo è vano, ma per fortuna la gentilissima Marion Dziwnik mi dice che dopo la gara femminile potrò prendere in prestito la sua ruota. Davvero grazie mille!

 Picture Beng Stiller Photography
Picture Beng Stiller Photography

Tra la qualifica e la finale non c'è molto tempo da perdere, giusto quello per un panino e una birretta. In men che non si dica ci chiamano per allinearci, decidiamo che il primo a partire sarà Eike, pronto al fischio scatta come un proiettile, lo vedo passare e sparire nel buio. Dopo 3 minuti e mezzo lo intravedo sull'ultimo ostacolo, salgo in sella aggancio il pedale e appena mi dà il cinque parto a tutta. Mentre affronto la seconda parabolica sento lo speaker dire che abbiamo solo 5 secondi di vantaggio sugli inseguitori, cerco di forzare ma le gambe non rispondono alla perfezione, per fortuna arrivo al cambio mantenendo lo stesso vantaggio.
Inanelliamo una serie di giri perfetti fino a quando a metà gara io scivolo in una curva e cado, perdo poco ma da dietro ormai mi vedono, un po' arrabbiato per la leggerezza commessa mi metto a testa bassa e cerco di dare tutto fino al cambio, dove scopro che il nostro vantaggio si è ridotto a meno di 10 secondi.
Da questo momento sarà una battaglia serrata. Quando parto per l'ultimo giro ancora in testa capisco che ce la possiamo fare, mi giro dopo l'ultima serie di ostacoli e vedo che abbiamo ancora una manciata di metri di vantaggio, entro nel ghiaione ed Eike già mi aspetta per attraversare insieme il traguardo. Ce la facciamo. L'abbraccio sincero dopo l'arrivo è stupendo, mi sono emozionato moltissimo. Appena 5 secondi dopo i ragazzi di CANYON RAD PACK Max Höflich & Simon Herr attraversano in seconda posizione e anche con loro subito scatta un bellissimo abbraccio. La battaglia è stata epica ma il rispetto e l'amicizia che ci uniscono la fanno da padroni. Anche questo è lo spirito del ciclocross.

 Picture by Carlos Fernandez
 Picture by Carlos Fernandez
Picture by Carlos Fernandez
 Picture by Carlos Fernandez

Con il tubolare a terra ma il morale alle stelle mi dirigo all'after party dove tra una birra e un po' di buona musica anni 80 tiriamo fino a mattino pronti per pedalare con gli amici di Rapha nella loro group ride.
Io ho solo un problema, la mia ruota non è riparabile. Per fortuna al mondo ci sono delle persone fantastiche come i ragazzi di UNITED IN CYCLING che aprono il negozio la domenica mattina solo per cercare una ruota adatta alla mia bicicletta. Se doveste capitare in zona fategli visita perché l'officina e la caffetteria annessa meritano davvero.
Troviamo una vecchia ruota da city bike a 7 velocità (io monto un gruppo a 10V), la buttiamo sotto, facciamo due cambiate e sembra che tutto funzioni a dovere nonostante la disparità tra catena, shifter e numero di rapporti. In fondo chissenefrega, mi definisco un gypsy rider e queste sono le cose che mi piacciono, non bisogna abbattersi alla prima difficoltà, lo spirito d'adattamento farà il resto.



Così all'alba delle 11:30 io e il mitico Nick inforchiamo le bici, ci infiliamo una brioches in bocca e siamo pronti ad affrontare una settantina di chilometri tra strade secondarie, boschi e periferia della capitale Austriaca. Un'esperienza divertentissima, ho apprezzato paesaggi e persone che altrimenti non avrei potuto conoscere.




 picture by Andrea Schilirò

  picture by Andrea Schilirò

 picture by Andrea Schilirò

Rientrati alla base ci sfondiamo di panini e birrette, gentilmente offerti dal marchio inglese. Salutiamo tutti e voliamo a casa.
Purtroppo l'avventura finisce qui, un ultimo saluto al mio grande amico Nick sul binario 8A e sono pronto a tornare alla vita reale dopo altre 15 ore di treno.

Alla prossima

Paolo

mercoledì 19 ottobre 2016

NOVARENBERG edizione 0

Qualche mese fa io ed il mio amico e compagno di cavolate Storm il tenente Choppa abbiamo pensato che nel mondo dello scatto fisso mancasse una grande classica, lunga, difficile e faticosa come le grandi classiche del nord.

Cominciamo a mettere giù due idee e alla fine decidiamo di creare una corsa basta sull'idea della Parigi Roubaix o ancora meglio della Tro Bro Leon cioè poco dislivello, asfalto veloce e tratti sterrati da affrontare a tutta birra.

I mesi passano veloci e tra la creazione del percorso effettuando esplorando tutte le strade secondarie e sterrate della zona e la tracciatura vera e propria ci si trova al 10 Ottobre, data in cui una quarantina di coraggiosi si presentano al via di Novarenberg pronti a sfidarsi a colpi di pedale.

Qui di seguito vi lascio le belle parole scritte dall'amico RIKY 76 sul suo blog personale, non scrivo io perchè leggere tanto entusiasmo da parte di chi ha corso mi fa capire che probabilmente abbiamo organizzato in maniera corretta creando una gara divertente sia da vedere che correre.

Buona lettura:

"L’idea è semplice quanto ambiziosa, portare un pezzo di Belgio nella pianura piemontese e coniugare il tutto a tema ciclistico con una spruzzatina di scatto fisso. Partendo da questo embrione,Paolo aka bludado ha messo in piedi una gara dal sapore di patatine e birra trappista posata su asfalto ma soprattutto ciottoli e terra battuta! Essendo lui un corridore eclettico, che dà sempre il meglio sia su strada che nel ciclocross ed è famoso per essere l’alfiere del team Cinelli Chrome per le criterium a scatto fisso, ha unito con maestria, come uno chef dei pedali, tutti gli ingredienti qui sopra menzionati, per tirare fuori una gara di fatto nuova nel panorama delle corse non ufficiali (anzi, unsanctioned come direbbe un certo Trimble…), per giunta collocandola in un periodo perfetto. Siamo, infatti, in bilico tra la fine della lunghissima stagione di criterium e corse su strada e nell’imminenza dell’avvio della tanto attesa stagione di ciclocross, la quale ha un calendario fittissimo per i piemontesi appassionati della disciplina, con gare praticamente ogni singolo weekend dalla metà di ottobre agli inizi di febbraio, senza soluzione di continuità.

Pic by Silvia Galliani

E così il risultato si chiama Novarenberg, ovvero l’unione di Novara, sede di partenza nonchè casa di Paolo, ed Arenberg, una stradina nel nord della Francia così famosa che non mi dilungo oltre. Siamo alla seconda domenica di ottobre e il meteo prevede il canonico freddo, umido e vento che fa molto clima belga, soprattutto quest’ultimo è ingrediente essenziale, che separa i corridori duri da chi si fa intimorire dal dio Eolo (ndt: vedasi prodezza proprio della nazionale belga ai recentissimi mondiali di ciclismo a Doha). Il piatto di giornata prevede 115km non certo ondulati, ma caratterizzati da una decina di settori in strada bianca, insomma, sterrati qui chiamati in semi-dialetto “ribinoù”! Altra specifica prevista della gara è l’uso di biciclette con trasmissione a scatto fisso, il che presuppone un minimo di ragionamento pre gara su quale miglior combinazione corona/pignone scegliere, ovvero il classico toto rapporto.

Di mio ho la fortuna di avere in garage quella che praticamente si dimostra essere la bici ideale per affrontare questa gara: la Storm cx singlespeed con freni a disco. La modifica da fare per portarla a scatto fisso è semplicissima dato che la mia ruota posteriore che solitamente uso sulla Vigorelli da pista, ha già la predisposizione per esser montata su un telaio con battuta a 135mm come la Storm, tramite due semplici spessori che si incastrano nel perno del mozzo. Rapporto scelto 50-18, parente stretto di quel 47-17 che già così in alto mi ha portato pochi mesi orsono.

Siamo un plotoncino di circa quaranta corridori, di questi però in pochi siamo con la scatto fisso ed in lizza per la classifica finale, gli altri semplicemente si faranno una bella galoppata godendo delle tante variazioni che promette in percorso. Dalla sommità del cavalcavia ferroviario, dopo un breve countdown in cerimoniere e patron Paolo fa partire la gara!

Pronti via, siamo subito a tutto gas e vedo che subito Fabio e Giorgio prendono qualche decina di metri di vantaggio! Sono già al limite, anche perchè più vado avanti con gli anni e meno le partenze al fulmicotone mi si addicono, ma qui passa la differenza tra il subire e il fare la corsa ed oggi io la corsa la voglio fare. Non demordo, siamo già sul primo settore di strada bianca ed io sono ovviamente fuori soglia cardiaca, come se la gara finisse tra 15 minuti, ma complici un paio di svolte e l’arrivo puntuale del vento contrario, la coppia di testa diventa per (mia) fortuna un plotoncino da una decina di unità.

Il gruppo è splendidamente eterogeneo: ci sono delle vecchie volpi delle gravel race, un paio di bravi ciclocrossisti, stradisti, triatleti, cultori dello scatto fisso… niente male come assortimento per una gara quasi definibile “tra amici”.  Menzione d’onore per Claudio, il papà di Paolo che nonostante gli anni ci dà del filo da torcere, e per Marco e Fabio che sono con una bici da pista pura, brakeless e con geometrie le meno adatte possibili a lanciarle sopra il 30 di media negli sterrati, ma son qui a dimostrazione (se ancora ce ne fosse bisogno) che testa e manico superano di molto le finezze da farmacista sull’attrezzatura con la quale si pedala!

Pic by Silvia Galliani

Pic by Silvia Galliani

Iniziamo a risalire il Ticino e il ritmo si va più tranquillo, ne approfittiamo tutti per mangiare e bere qualcosa dato che la prima ora di gara è già alle spalle. Il panorama del Ticino è bellissimo, un piccolo tesoro per chi sa apprezzare i nostri fiumi. Ma è poco dopo il cinquantesimo chilometro che c’è la prima bomba pronta a far deflagrare il gruppo. Una apparente piccola ed innocua salita, cosa rara da queste parti, fatta di tre tornanti, settecento metri di lunghezza per trentacinque di elevazione. Tanto basta. Una pendenza crescente dal 5 all’8% fa si che la selezione naturale si compia. Io mi trovo a spinger abbastanza bene il mio rapporto, ma altri vanno in crisi, non potendosi nemmeno alzare sui pedali dato che altrimenti la ruota posteriore slitterebbe sul terreno. La grande scuola dell’eroica anche qui dà ottimi frutti…. dopo un tempo che a tutti è parso interminabile, in realtà poco meno di tre minuti, ci troviamo solo in tre al comando della gara: io, Fabio e Giorgio. Aumenta il vento, cade qualche goccia di pioggia e siamo solo a metà gara.

Ricominciamo la (formale) discesa lungo il Ticino dopo una breve ma tecnica discesa, Fabio che non ha nemmeno i freni è messo in difficoltà anche dall’asfalto umido, ma non molla e dopo poco rientra nel trio. Siamo amici prima di esser corridori e tutti e tre iniziamo a darci cambi regolari per condurre al meglio questa seconda parte di gara. Il vento aumenta, qualche volta è a favore, spesso di 3/4. Verso il 64° chilometro arriva uno dei punti più difficili e belli della gara, l’Arenberg novarese: si tratta di poco più di un chilometro pavimentato a ciottoli, sostanzialmente rettilineo ma che sa fare la differenza, ed oggi è pure un po’ umido. Nessuno si tira indietro anzi, se nel tratto prima si veleggiava attorno ai 30km/h l’ingresso nel segmento è ai 35! Inizia tutto a tremare, cerco di tener salda la presa sul manubrio in qualche modo mentre tutta la bici è messa a dura prova. Fabio, che aveva meticolosamente studiato il tracciato, trova un esiguo canaletto a lato che, proprio come nelle leggendarie strade della Parigi-Roubaix, non ha i ciottoli e ci supera di slancio! Noi non molliamo e alla fine del tratto ci ricompattiamo. E’ stato come fare un giro dentro al tagadà delle fiere di paese ed involontariamente a tutti si dipinge sul volto un sorriso di soddisfazione.

Pic by Silvia Galliani

Pic by Silvia Galliani

Segue poi il lungo sterrato della sponda ovest del Ticino dove nuovamente Fabio (con di fatto la stessa bici con cui il sabato prima era con me a sfidarsi allaRedhookcrit di Milano) spinge il suo granitico rapporto 49-16 con una potenza davvero notevole, io tengo il passo ma sono sempre sul chi va là nel cercare la linea migliore sullo sterrato e Giorgio dall’alto della sua esperienza di corridore ci lascia fare amministrando qualche metro dietro di noi. Arriviamo in breve all’ultima salita di giornata, anche qui è una semplice rampetta di 300 metri al 7% ma sufficiente a mettere alla corda le gambe già stanche dai primi 80km di gara. Giorgio chiaramente adotta un rapporto congruo, noi che non ne abbiamo modo fatichiamo come se fosse l’ultima rampa dello Zoncolan, ma ne veniamo comunque a capo. Al novantesimo chilometro, piccolo colpo di scena: Giorgio fora il tubolare posteriore ed è costretto a fermarsi, purtroppo nemmeno il gonfia-e-ripara riuscirà a risolvere il danno e sarà costretto al ritiro, un vero peccato.

Restiamo in due al comando della corsa e nemmeno a combinare la cosa siamo entrambe con lo scatto fisso, che entrambe conosciamo ed amiamo da anni. Al centesimo chilometro esatto ci ritroviamo di fronte al lunghissimo rettilineo della SS11, siamo quasi controvento e Fabio fa l’andatura. Ma è un andatura che non riesco a sostenere, mulino i pedali molto agilmente mentre lui di forza riesce ad aumentare via via il ritmo, in progressione, fino a staccarmi di una manciata di metri. Poi, come l’inesorabile stillicidio di un rubinetto mal chiuso, i metri iniziano ad aumentare. Uno ad uno, prima fino ad impedirmi di leggere le scritte sul suo jersey, poi vedo mescolarsi le tonalità di blu della bici e della sua divisa fino a farle diventare un’unica sagoma lontana, troppo lontana. Sembra non sentire nemmeno il forte vento laterale e lo vedo svoltare verso sud un’ultima volta.

Pic by Silvia Galliani

Resto solo, per la prima volta mi giro a vedere se qualcuno ci segue. No, sono proprio da solo, manca poco al traguardo. Gli ultimi due settori di strada bianca sono però durissimi, vento perfettamente contrario, gambe e testa sfiniti dalla stanchezza e la sagoma del Duomo di Novara troppo lontana per considerarsi già arrivati in fondo. Mi alzo spesso in piedi sui pedali nel gesto di rilanciare l’andatura, ma la velocità non aumenta, lo prendo come un modo per sgranchirmi le gambe e far lavorare qualche altra fibra muscolare. Il cuore è in soglia, non vado oltre i 25 orari, penso di essere in salita anche se non è vero, ma psicologicamente mi aiuta di più che combattere contro l’invisibile forza del vento, non sono un corridore dal fisico belga, anzi, non sono proprio un corridore ma tuti questi anni sui pedali mi hanno insegnato che la soddisfazione maggiore è nel ricordo di quando si stava per mollare e non gliela si è data vinta, restando in sella e con gli scarpini agganciati ai pedali e poi mi aspetta la birra al traguardo, perchè oggi siamo in Belgio, mica in Piemonte!

Vedo il cavalcavia, sento le grida dei ragazzi dell’organizzazione ed è fatta, l’ultima salitella del cavalcavia è quasi impercettibile e il traguardo ha sempre la sua dura dolcezza. Secondo assoluto all’edizione zero della Novarenberg, nulla di meglio per finire la stagione delle corse in linea, si dia il via al ciclocross! Il seguito del pomeriggio è vera festa, chiacchiere e battute e parlare sempre e solo di bici, bici, bici con chi, come me, non ne ha proprio mai mai abbastanza."



 Grazie mille Riky per le bellissime parole ed un racconto super entusiasmante.



Alla prossima

Pic by Silvia Galliani

martedì 30 agosto 2016

Red Hook Crit Barcelona n°4

Eccomi qui rientrato da Barcellona da un paio di giorni ora sono pronto per provare a trasmettervi le mie sensazioni dopo l'ennesima RHC, la mia quattordicesima per la precisione.

Per la prima volta in tre anni sono riuscito a prendermi un paio di giorni in più per potermi godere un po' di sole e di mare con tutta la crit community, due giorni di relax prima di concentrarsi tutti assieme sul grande evento.

Arrivo assieme ad Enrico, Roberto, Mandreiks e Defe mercoledi 24, alloggiamo al Travelodge Hotel, bello pulito ma totalmente bike unfriendly, siamo costretti a lasciare le bici in una stanza chiusa vicino alla reception e non in camera e la cosa mi ha lasciato abbastanza in tensione dopo il furto della bicicletta che avevo subito due anni prima a Londra ma per fortuna in tutta la settimana è andata bene.

Il primo giorno lo passo in spiaggia a fare un po' di bisboccia con i ragazzi e alla sera mi unisco alla group ride di Barceloneta Bikes, una trentina di Km sul lungomare mare e un paio di birrette all'arrivo assieme ad una settantina di riders, piacevole e rilassante.

Come ormai di consueto il giovedì mattina l'organizzazione prevede la possibilità di girare in pista presso il velodromo olimpico "Velodrom d'Horta", ovviamente non ci lasciamo sfuggire l'occasione anche perchè questo per me sarà un ulteriore test per il nuovo prototipo di telaio Cinelli che porterò in gara sabato.

Tra qualche chiacchiera e una quarantina di chilometri sul legno la mattinata scivola via veloce, è tempo di mangiare un boccone e ritornare in spiaggia a rosolarsi al sole. 

pic by Silvia Galliani

Il venerdì me la prendo con calma, dormo fino a tardi e poi con Enrico, Ale e Roby andiamo a farci una pedalata di un'oretta e mezza lungo la costa, troviamo tanti amici lungo la strada e ci fermiamo per un caffè con i ragazzi olandesi che condividono da anni le gioie e le fatiche della Red Hook, qualche foto di rito e via verso l'Hotel dove finalmente è arrivato tutto il team e lo staff di Cinelli il quale sarà fondamentale nell'aiutarci in qualsiasi cosa durante la giornata di gara.

Come ogni anno la sera si passa al pre-party nell'headquarters di Dosnoventa, quest'anno però la festa viene bruscamente interrotta dall'arrivo della polizia che disperde tutti in maniera piuttosto violenta perchè a detta loro si bloccava in maniera esagerata il traffico della via, purtroppo non c'è stata maniera di discutere e tutti sono spariti per andare a cena e concentrarsi per la gara.

Eccoci, finalmente ci siamo il grande giorno è arrivato, al mattino proviamo il percorso e decido di affrontare le qualifiche con il 49x14 perchè il percorso è molto molto veloce. 
Io a causa della nuova regola del massimo due corridori per team in ogni gruppo di qualifica partirò con il gruppo 2 assieme ad <enrico. Trovo questa regola estremamente non meritocratica in quanto sia io che Biga siamo nei primi 25 della classifica generale e vedere persone che nelle gare precedenti non hanno fatto un punto o addirittura non hanno partecipato lo trovo assurdo, ma mai mollare bisogna crederci comunque.

Come di consueto ci riscaldiamo sui rulli e appena ci chiamano ci precipitiamo sulla linea, i primi dieci minuti li passo a schivare spallate e ingressi assassini per garantirsi la posizione migliore (ragazzi state calmi). Finalmente sventola la bandiera verde e ci lanciamo immediatamente per il giro veloce, purtroppo non so perchè i primi rallentano bruscamente per poi ripartire e perdiamo qualche decimo, giù al massimo in discesa curvone a sx con l'anteriore che traballa e su in salita, sono a tutta ma manca solo l'hairpin, mi concentro e sprinto per la volata finale. 
Mi giro e vedo che Enrico non è con me, rallento e lui mi dice che è stato ostacolato e non è riuscito a fare il suo giro al massimo, ci riposiamo un paio di giri e poi ci lanciamo ancora, ora il mio compito è di tirare al massimo fino all'imbocco della salita per lanciare Enry, così faccio e appena mi sposto lo incito a dare tutto.

Finito il tempo a nostra disposizione scarichiamo un po' sui rulli ed aspettiamo i risultati del gruppo 1, come previsto quasi tutti ci finiscono davanti, io partirò 65° ed Enry dovrà farsi anche la "last chance race" (la terminerà settimo garantendosi l'accesso alla finale), un po' abbacchiato torno in albergo per farmi una doccia riposare e cambiare il rapporto per la finale (userò un 48x14).

  Pic by Silvia Galliani

Sono le 21:30, davanti a me c'è la mia casella con scritto 65 e le persone attorno a noi urlano, comincia il countdown e tutto diventa ovattato, guardo dritto avanti a me e appena David dice GOOO aggancio e mi lancio sulla destra e fortunatamente trovo un corridoio libero, in un attimo finisce il primo giro e mi rendo conto che ho un ottimo feeling con la bici nuova e prendo coraggio.
Piano piano continuo a rimontare, nella chicane godo per come guido e in salita riesco a guadagnare posizioni, l'hairpin invece è un terno al lotto, ad ogni giro tutti skiddano come i matti e bisogna avere le palle per infilarsi in ogni buco possibile. Passo Ivan dopo una decina di giri e lo incito a seguirmi, sono esaltato ma questo non basta a farmi avere un paio di giri di crisi però dentro la mia testa mi dico "Paolo resisti non fare come a Londra, appena passa vai il doppio". Così è, mi sblocco e riprendo a rimontare, evito un paio di cadute (spero tutto ok per gli amici finiti a terra) e quando butto un occhio al contagiri segna 3, sono a tutta ma stringo i denti, al penultimo hairpin salto ancora qualche corridore e mi lancio in discesa con la campana che suona nelle orecchie, in salita cedo un attimo ma nessuno rimonta, all'approccio dell'ultimo hairpin davanti a me Luis Junquera purtroppo salta improvvisamente e per evitarlo devo frenare e scartare a sx perdendo cinque posizioni, giù in piega per l'ultima curva e sprint, non passo nessuno ma nessuno mi passa.

 
 Pic by Silvia Galliani

E' il momento di godersi tutte quelle mani tese per dare il 5, sensazione fantastica mi sento libero felice e soddisfatto, il prototipo portato in corsa si è comportato egregiamente e la cosa più importante è che mi sono divertito un sacco. Solo più tardi saprò che ho fatto 21°, mi rimane un po' di rammarico per le ultime posizioni perse ma sono davvero soddisfatto.
Tanti complimenti a Ivan che con la sua forza e determinazione riesce sempre a salire sul podio (5°) a Marius attaccante nato (8°) ad Ale che non molla mai (45°) ad Enrico che oltre a menare come un fabbro mi insegna un sacco di cose (65°) e ad Alfred che è sangue e cuore di questa comunità.

CLICCANDO QUI potete trovare la traccia STRAVA della mia gara

Ora after party per tutta la notte e poi rientro in patria.

Ci tengo molto a ringraziare tutti gli amici che mi hanno fatto passare dei giorni davvero piacevoli, lo staff di Cinelli che ci ha supportati in ogni istante e le tante persone che ci hanno tifato e fatto i complimenti.


Alla prossima

Pic by Carlo Zumerle

venerdì 12 agosto 2016

THE WONDERFUL SOCKS

THE WONDERFUL SOCKS come potrete immaginare dal nome è un brand che si occupa di calze (e non solo) sportive dedicate in maniera specifica al ciclismo ed al running.

Con loro sto collaborando da qualche tempo in ruolo di ambassador e non potrei esserne più felice per tre differenti motivi:

1) Il prodotto oltre ad avere un design davvero bello ed elegante (si elegante in ambito sportivo) è prodotto con filati particolari che permettono un comfort ed una durata eccezionali.

Questi filati sono Poplypropylene o Dryarn® e il Resistex® Carbon

Dryarn® è una microfibra high-tech che è molto più termoisolante della lana vergine ed espelle il sudore 167 volte più velocemente del cotone garantendo le migliori prestazioni in circostanze estreme.

Resistex® Carbon è una fibra fatta da un filamento unico e continuo di fibre di carbonio e tessuto.

Cliccando QUI troverete tutte le info tecniche sui filati impiegati da TWS.

E' molto carino anche il fatto che ogni calza ha una sua precisa storia alle spalle, leggendo la descrizione sul sito potrete capire da dove prende ispirazione il design oppure perchè le è stato dato un determinato nome. Personalmente sfogliando il sito ho imparato aneddoti ciclistici di cui non ero a conoscenza.


2) L'azienda ha sede a Novara la mia città natale e poter dare supporto ad una realtà locale mi rende davvero orgoglioso.


3) Le due persone che stanno dietro a TWS sono davvero capaci e disponibili. Lavorare con loro non è solo avere la possibilità di poter usufruire di prodotti eccezionali ma qualcosa che va oltre. E' uno scambio di opinioni tra amici che portano le idee sfornate davanti ad un buon piatto di pasta e un bicchiere di vino fino al prodotto finito che vedremo ai nostri piedi.
Davvero soddisfacente per quanto mi riguarda.



Vi consiglio di fare un giro sul loro sito www.thewonderfulsocks.com non solo per buttare un occhio ai prodotti ma anche per sfogliare il loro blog ricco di racconti, fotografie e video.

Buona lettura & buone pedalate







mercoledì 27 luglio 2016

S.S.S. Squadra scarsi Sant'Agabio

Ieri sono uscito in bici con i ragazzi della S.S.S. aka squadra scarsi Sant'Agabio, semplicemente un gruppo di amici che abitano (o hanno abitato) nello stesso quartiere e condividono la passione a pedali.

Non fatevi ingannare dal nome, è assolutamente fuorviante tutti questi ragazzi menano come i fabbri.

Fatica ne ho fatta, tanta, ma coprire in poco meno di due ore 76 Km devo dire che è stato davvero divertente.

Grazie ragazzi, ora mi riprendo poi penserò ancora ad uscire in bici con voi, cercherò di essere più presente alle uscite della S.S.S.

CLICCANDO QUI trovate la traccia STRAVA dell'uscita.

ciao
HCSA



mercoledì 1 giugno 2016

KING OF TRACK 10

Oggi è una giornata importante, sto per andare a Malpensa per prendere un volo in direzione SEOUL dove prenderò parte alla KING OF TRACK 10.

Questa competizione si articola su due giorni di gare, la prima il 4 Giugno mi vedrà impegnato nel velodromo internazionale di Incheon per gareggiare prima nel Keirin (prima volta assoluta nella mia vita) e nella gara ad eliminazione.
La seconda il 5 Giugno prevede un criterium nella città di Goyang in puro stile Red Hook con qualifiche, last chance race e finale.

Non vedo l'ora di essere dall'altra parte del mondo per questa nuova esperienza.

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Alla prossima...


giovedì 26 maggio 2016

Ronde Van Katendrecht

Ogni anno arriva quel momento in cui si impacchetta la bici e si parte per gareggiare in Olanda, precisamente a Rotterdam per la Ronde Van Katendrecht, gara storica del circuito criterium internazionale, e vuoi un po' per l'ambiente e un po' per gli amici conosciuti qui è la mia gara favorita in tutto il panorama crit mondiale.

Da due anni questa corsa fa parte del VAST VERZET BOKAAL (il campionato olandese) e per il terzo anno consecutivo mi vedrà sulla linea di partenza.

Un po' trafelato esco da lavoro e parto per l'aeroporto, arrivo a Malpensa pronto a prendere l'ultimo volo per Amsterdam. Alle 22.30 l'aeromobile tocca terra e alle 22:50 sto già ritirando la mia SCICON BAGS (borsa portabici fantastica, mi accompagna ormai da molti viaggi) con all'interno il prezioso carico a pedali.



L'aeroporto di Amsterdam Schiphol è collegato alla perfezione con Rotterdam tramite treno, sono fortunato e riesco a prendere l'intercity veloce che mi porterà a destinazione in 40 minuti.
Mentre viaggiamo mi monto la bicicletta ed in men che non si dica mi ritrovo di fronte alla Centraal station dove i ragazzi di FIXED BEER ROTTERDAM mi aspettano per bere qualche birra assieme all'ormai celeberrimo TIKI BAR.

L'ambiente dello scatto fisso olandese è davvero rilassato ed amichevole, io sarò ospitato da Lars Klomp che gentilmente mi ha offerto il suo divano e la sua casa per riposarmi al meglio in vista della gara. Lars è uno dei ragazzi di FIXED BEER ROTTERDAM, un nuovo team che non si prende esageratamente sul serio e come tanti è un insieme di amici a cui piace gareggiare e divertirsi assieme, hanno proprio in casa di Lars la loro sede/officina aperta a tutti gli amici per potersi riparare la bici restando in compagnia.

Il mattino seguente pedaliamo in direzione del bellissimo COPPI KOFFIE, un misto tra ciclofficina e bar dove facciamo una super colazione con la VVB crew.
Questo è un posto da tenere a mente, fanno torte e caffè spettacolari e nel frattempo ci si può pure sistemare la bicicletta nella loro officina, hanno anche un piccolo corner dove vendono merchandise Cinelli, meglio di così non si può.





Ormai è arrivato il momento di muoversi verso la gara, attraversiamo il bellissimo ponte Erasmusbrug e ci troviamo direttamente dentro al circuito. Giusto il tempo di iscrivermi e salutare i tanti amici che ogni anno incontro qui che l'ansia per la gara comincia a farsi sentire.

I riders presenti sono volti ben noti del panorama internazionale, provengono da Olanda, Francia, Romania, Germania, Belgio, Italia e Thailandia, si capisce già che sarà una gara durissima.
Pronti via e come sempre siamo già a gas completamente aperto dopo 150 metri, il primo giro passa veloce e durante la seconda tornata la velocità si alza ancora a causa del traguardo volante con premio in denaro offerto da RED HOOK CRITERIUM. 
Sul rettilineo opposto all'arrivo aumento il passo portandomi a ruota il mio compagno di squadra Marius Petrache, gli lancio la volata e lui non delude portandosi a casa il traguardo del secondo giro.



picstures by Ivan Mudingo (disorderly habits)


Da questo momento comincia una lunga serie di scatti e controscatti, nessuno però si lascia sorprendere e il gruppo rimane compatto. Circa a metà gara io e Marius ci guardiamo in faccia e senza dire una parola attacchiamo in coppia, 55...56...57 Km/h ci guardiamo dietro e siamo rimasti noi due e Bram Linnartz, troviamo subito l'accordo e dandoci cambi proseguiamo per un paio di giri ma ancora nulla da fare, Stefan Vis ci viene a riprendere e ci sprinta sui denti per conquistare il secondo traguardo volante.

Picture by Nils Laengner

Io ora sono a tutta e fatico a recuperare, mi guardo dietro e noto che siamo rimasti solo una quindicina nel gruppo di testa. Mi posiziono in settima posizione e cerco di tenere da parte un po' di energie per il finale.
Ed eccolo l'ultimo giro, tutti vogliono stare davanti e qualche innocua spallatina ce la scambiamo, sul penultimo rettilineo (piuttosto stretto) ci troviamo affiancati in cinque. Dalle nostre spalle sbuca Stefan Vis che allunga con a ruota David Van Eerd, mi lancio su questo treno, manca solo una curva ed il rettilineo d'arrivo in controvento, testa bassa fino ai meno 150 metri dove passo Fish che si è un po' piantato, mi siedo sulla sella per un secondo e riprendo lo sprint,siamo ai 50 metri dall'arrivo ed io e David Van Eerd siamo affiancati, non mollo e in quel brevissimo momento mi passano per la testa le parole di mio papà che mi ha sempre detto di spingere fino a un metro dopo la linea del traguardo... Faccio esattamente così e con un bel colpo di reni mi aggiudico questa stupenda gara che per tre anni consecutivi mi ha visto sul podio in posizioni diverse.



Pictures by Nils Laengner

Picture by Tom  Bergman

Lo sforzo è stato talmente grande che dopo qualche metro devo fermarmi con lo stomaco in gola ed il cuore ancora a 1000, per fortuna i ragazzi olandesi mi soccorrono immediatamente con una birra fresca (LOL).

Per dovere di cronaca devo dire che i primi quattro classificati sono arrivati tutti in 1,5 decimi di secondo, incredibile


Pictures by Lian van Leeuwen

Dal fotofinish si capisce anche del bel terzo posto di Marius, ora possiamo festeggiare tutti assieme sul podio.
Per il team Cinelli Chrome è stata una grandissima giornata con anche la vittoria di Ashley Faye nella gara femminile, grandi ragazzi.


Concludo la trasferta in terra Olandese con una bella serata al Tiki bar a bere "qualche" birretta con tutti i corridori presenti alla gara, tutti assieme perchè è questo che conta, agonismo dal via all'arrivo ma poi tutti assieme con rispetto l'uno per l'altro.


Grazie a tutti

Alla prossima


Pictures by Tom  Bergman